Domani piove. Nella lunga lista di incognite che accompagnano le primarie, il meteo sembra essere l’unica certezza.
Domani si vota dalle 8 alle 20. Possono esprimere una preferenza tutti i milanesi, gli stranieri residenti in città, e i giovani che avranno compiuto sedici anni entro il 23 maggio 2011
Quanti andranno a votare? Ecco il primo di tanti interrogativi. Certamente più degli 80mila del gennaio 2006. Allora c’era il sole, ma il risultato era già ampiamente previsto. “Voteranno almeno 120mila persone”, si è sbilanciato Valerio Onida a “L’Infedele”.”Ogni metro in più di fila sarà un metro in più per tenere distante la Moratti”, ha commentato più prudentemente Stefano Boeri. I sondaggi parlando ci 100mila persone, tempo permettendo. Un quinto di quanto serve per battere il centrodestra la prossima primavera. Auguri.
A meno di clamorosi colpi di scena finali, la campagna elettorale è ormai conclusa. Stefano Boeri sarà all’Arco della pace a giocare a calcio per il Derby in piazza. In serata verrà intervistato dal direttore dell’Unità, Concita de Gregorio.
Giuliano Pisapia incontrerà i cittadini di zona 3 e poi chiuderà la campagna in Piazza Mercanti. Valerio Onida va in giro per la città e la diretta fotografica del suo viaggio è visibile su Facebook. Michele Sacerdoti invece ha chiuso ieri la propria campagna con un incontro alla Camera del Lavoro.
A giochi quasi conclusi quindi, ecco un bilancio dei quattro candidati.
Stefano Boeri. E’ sceso in campo con un tempismo perfetto. Poco prima che il comitato dei saggi scegliesse, non senza qualche malumore, Valerio Onida, e in tempo per intercettare i voti democratici, intimoriti dall’ennesima candidatura debole, in partenza verso Pisapia.
Ha scelto accanto una squadra giovane e ha vinto senza appello la sfida della comunicazione. Slogan accattivanti, video, iniziative, un sito web ricco di contenuti.
Tuttavia, ha dovuto scontare per tutta la campagna l’accusa di essere stato coinvolto in operazioni controverse come quella del G8 alla Maddalena o in grandi progetti immobiliari in città come l’Isola o il futuro Cerba. Ha fatto di tutto per scrollarsi di tutto l’etichetta di amico di personaggi scomodi, per l’elettorato di centrosinistra, come Salvatore Ligresti. Ha scaricato pubblicamente Bertolaso, ha chiesto e ottenuto un incontro pubblico con Dario Fo che lo aveva attaccato proprio su questi temi, ma è stato forse l’unico punto su cui la sua macchina della comunicazione non è stata sufficientemente efficace.
Boeri infine può giocarsi, ora e più avanti, una carta fondamentale: quella del voto utile. Nonostante le prese di distanza di questi giorni di Udc e Fli, la sua candidatura potrebbe strappare, in un sempre più probabile secondo turno, molti voti ai centristi. Insomma, se le elezioni fossero oggi, Boeri avrebbe molte più chances di Pisapia di vincere.
Ha scelto, nonostante il sostegno ufficiale del Partito democratico, che Bersani non venisse a Milano per appoggiarlo anche pubblicamente. Un po’ per rispondere alla scelta di Vendola, e dimostrare di non aver bisogno dei leader nazionali per potere vincere, un po’ perchè, di questi tempi, è tutto da vedere che ricevere il placet pubblico di Bersani porti voti e non viceversa. Alla fine arriverà soltanto un videomessaggio. E va bene così.
Voto: 8
Giuliano Pisapia. E’ sceso in campo in una caldissima giornata d’estate, sembrano passati anni se si guardano le temperature di questi giorni. Era il 12 luglio, e il teatro Litta era pieno in ogni ordine di posto.
Ha cominciato prestissimo, sparigliando le carte del centrosinistra e costringendolo a trovare al più presto un’alternativa che fosse all’altezza. Ha scelto, per i primi mesi, la via dell’ascolto. Poche dichiarazioni pubbliche e molti incontri nei quartieri e nei circoli Arci. Inseparabile dal suo quaderno, ha preso appunti su tutto. Ha raccolto, forse troppo, e quando Boeri è sceso in campo è stato preso un po’ in contropiede.
Ha scelto, non senza molte sorprese, di affidare la comunicazione alla Sec, la stessa società utilizzata da Formigoni, e vicina, secondo molti, a Comunione e Liberazione. Conta su una rete di sostegno meno convenzionale di quello che si pensi. Non è, come si cerca di disegnarlo, il candidato della sinistra “radicale”. Non si spiegherebbero altrimenti adesioni come quella di Davide Corritore, vicepresidente democratico del Consiglio comunale e un passato in in Citigroup e Deutsche Bank, del giornalista Gad Lerner o persino dell’ex migliorista Emanuele Macaluso.
Se Boeri ha dalla sua la carta vincente del voto utile, Pisapia può vantare il sostegno di una delle poche figure del centrosinistra in grado di scaldare il cuore degli elettori: Nichi Vendola. Sabato scorso, con l’iniziativa al Teatro Dal Verme, il leader di Sinistra Ecologia e Libertà ha riempito teatro e piazza circostante e portato in dono dalla Puglia qualche voto in più, pescando tra gli indecisi.
Pisapia non ha l’appeal di Boeri, nè la campagna di comunicazione è riuscita a tenere testa a quella, perfetta e implacabile, dell’architetto. Molto del consenso che è riuscito ad attirarsi deriva più dalle sue qualità personali che dalle proposte che ha messo in campo. Basterà per vincere?
Voto: 7,5
Valerio Onida. Ha scelto fin da subito di compiere una missione impossibile. Si è sentito dare del vecchio da Massimo Cacciari e ha ricevuto una sgradevolissima campagna a mezzo stampa dal sito Affaritaliani (che, va detto, qualche mese più tardi si è ricreduto). Ha raccolto intorno a sè il sostegno di personalità di altissimo profilo, difficilmente inquadrabili in una parte politica precisa, ma non è stato mai veramente in corsa.
Quindi perchè gareggiare? Per rispondere con una candidatura che non fosse espressione di un partito, dice lui. Per potere contarsi ed eventualmente presentare una lista civica con il suo nome, dicono i maligni. Comunque vada ha deciso di correre senza risparmiarsi e si è scagliato con forza contro il Partito democratico sia per la scelta di sostenere Boeri sia per la questione dei nominativi non messi a disposizione degli altri candidati.
“Sono un giovane settantenne” ha detto a L’Unità qualche giorno fa con uno slogan molto azzeccato. Non ce la farà, ma con altri sfidanti avrebbe sicuramente avuto molte più chances.
Voto: 7
Michele Sacerdoti. Basta un numero: 1229. Sono gli euro spesi in tutta la sua campagna elettorale, regolarmente documentati sul suo sito. Volantini in bianco e nero, spostamenti in bicicletta, niente banner, manifesti o inserzioni pubblicitarie. Se i voti fossero proporzionati alle spese sostenute probabilmente sarebbe lui il candidato sindaco di Milano del centrosinistra. I sondaggi, per una volta concordi, lo danno al 2%. Cioè circa 2000 voti e 60 centesimi per ogni elettore.(Boeri e Pisapia viaggiano sui 4 euro).
Ha dichiarato che se vincerà Boeri si ritirerà a vita privata. In caso contrario potrebbe avere i numeri per arrivare in Consiglio comunale. In questo senso le primarie gli sono servite per fare un po’ di campagna elettorale a spese altrui, e non è esattamente lo spirito con cui questa consultazione è nata. Sufficienza decoubertiana.
Voto 6